"D'altro canto, la più riprovevole delle abitudini che ci sono fra i Babilonesi è questa. È obbligo che ogni donna del paese, una volta durante la vita, postasi nel recinto sacro ad Afrodite, si unisca con uno straniero. Molte che disdegnano di andare mescolate alle altre, in quanto orgogliose della loro ricchezza, si fanno condurre al tempio da una pariglia su un carro coperto, e là se ne stanno, avendo dietro di sè numerosa servitù. Per lo più il rito si svolge così: se ne stanno le donne sedute nel sacro recinto di Afrodite con una corona di corda intorno al capo: sono in gran numero, perché mentre alcune sopraggiungono altre se ne vanno; tra le donne si aprono dei passaggi, delimitati da corde e rivolti in tutte le direzioni, per i quali si aggirano i forestieri e fanno la loro scelta. Quando una donna si asside in quel posto, non torna più a casa se prima un qualche straniero, dopo averle gettato del denaro sulle ginocchia, non si sia a lei congiunto all'interno del tempio. Nell'atto di gettare il denaro, egli deve pronunciare questa frase: 'Invoco per te la dea Militta ". ( Erodoto, Storie,1,199 ).
Si dice che la prostituzione sia vecchia quanto il mondo, ma non si aggiunge che ha avuto molte forme: come ci testimonia Erodoto, a Babilonia tutte le donne, di qualsiasi ceto sociale, una volta nella vita, avevano il dovere di sottoporsi alla "prostituzione sacra", svolgere il ruolo di vicarie della Dea Madre nell'atto copulativo con qualsiasi straniero che capitasse. Quella che però Erodoto etichetta come la "più riprovevole delle abitudini" segnala come il moralismo sia sempre lo stesso: in Grecia esisteva la prostituzione, sia femminile che maschile, addirittura le etere, prostitute di professione con una buona cultura, pagavano le tasse per il proprio lavoro, solo che lo si esercitava in privato; il "riprovevole" di Erodoto si riferisce dunque all'esercizio pubblico della prostituzione, al fatto che si vedesse in giro.
Siamo nel 2008 eppure le formae mentis si ripetono: obiettivo della Carfagna, neo ministro alle Pari Opportunità, è quello di togliere le lucciole dalla strada, il mercato dei corpi non è estetico nè soprattutto morale ( bisognerebbe chiedere a questi signori se introdurre nel "mercato" mine anti uomo sia morale, ma chi critica il mercato oggi o è stalinista, o è Tremonti che però, guarda caso, di mine anti uomo col marco "made in Italy" non parla ). Infatti per la Carfagna la prostituzione è "un fenomeno vergognoso che spesso è connesso alla riduzione in schiavitù, all'uso e all'abuso dei minori, che a volte sfocia anche in fenomeni di violenza come lo stupro, tutti fenomeni che sono strettamente collegati alla prostituzione in strada". Dice bene la Carfagna " a volte", ma il testo che il Consiglio dei Ministri ha approvato, nelle intenzioni per eliminare lo sfruttamento delle minorenni e delle donne costrette a prostituirsi, di certo non ridurrà il fenomeno, lo dimostra la poca chiarezza del Ministro quando le viene chiesto quali provvedimenti adottare su chi continuerà, magari nella propria abitazione o in luoghi chiusi, a praticarla : " la prostituzione in luoghi chiusi non è legale e non è reato". Esatto, signora MinistrA. Lei ha appena confermato come questo provvedimento, che mira ad abbattere la prostituzione minorile, i casi di stupro, le violenze contro le prostitute, in realtà è una pura operazione "estetico moraleggiante" al pari del giudizio di Erodoto: i delinquenti potranno tranquillamente costringere alla prostituzione minorenni e maggiorenni, trovando tranquillamente un appartamento o qualunque luogo privato in cui farle " lavorare". Altro che tutela, che si continui, ma non in pubblico, per carità, non è decoroso.
Se si vogliono davvero impedire tutti gli abusi connessi al fenomeno della prostituzione, si riaprano le case chiuse, Ministro, anche se la sola idea la "inorridisce". Le case chiuse eviterebbero che si costringano le minorenni e le donne che non vogliono a prostituirsi, eviterebbero le violenze, gli stupri, i tanti delitti che lei non ha ricordato, garantirebbero controlli medici e permetterebbero a chi vuole fare questo mestiere di svolgerlo con tranquillità e magari anche di pagare le tasse, proprio come nell'antica Grecia.
Perchè è proprio questo il punto, signora MinistrA: chi vuole fare la prostituta, che vuole vendere il proprio corpo, chi vuole regalare momenti di piacere, è libero di farlo, ognungo sceglie ciò che vuole fare nella vita, e secondo me, dato che è un mestiere, lo Stato deve tutelarlo come tutela tutti gli altri mestieri. Libero, come è libero chi, volendo entrare in Parlamento, si prostituisce. E magari si becca pure un posto ad un Ministero. Non si sa mai, è questione di culo, signora MinistrA. O di bocca?
_Mr.Botocs_